Thursday, July 18, 2013

Cose che (non) c'e[nt]rano


Io parlo e le mie scarpe vanno a pezzi
e mi domando -

ma poi i vagoni, i pullman, i covoni
di gente intransigente,
l'effimera diatriba dello specchio
dentro i cessi -

il tuo vestito rosso non ti salva,
e ti condanna
la trita e querula prosopopea
imposta a quegli astanti -

sentivo quel sapore di sudore,
una risposta -

dimenticavo l'ascesa dei prezzi.


Monday, July 15, 2013

Quello che avevi

Eri bella la volta che non c’ero,
e ancora spero di trovarti intera
a tarda sera.
Il sole a volte illumina la sorte,
le corte barzellette di un minuto
appena avuto.
Eri bella le volte che non c’eri,
l’altroieri o qualche secolo passato
in un afflato.

Quanto sapevi
Condiva le mie estati troppo brevi.

Saturday, July 06, 2013

Troppa folla.

A vent'anni è facile ammazzarsi. Basta un accordo, che tu lo suoni o che lo ascolti, una chitarra o una tastiera vintage. A quarant'anni, a ben vedere, è uguale. Solo che i freni mordono di più. E inoltre, a ben vedere, tu sei più vintage del tuo garage. Cominci a chiederti, a quel punto, quand'è che hai cominciato a chiederti perché. Ti sembra ieri. Per farla facile sei maschio, e allora giocoforza ad una donna tornerai - quella con cui, va da sé, non sarai stato mai. E non le chiederai ragioni né pigioni: ti fermerai sull'uscio dell'angoscia, se va bene, e non sarai importuno, timido e gratuito. Le volte, le troppe volte che hai ceduto non è servito ad altro che all'ipertrofia del nulla, né quindi cerchi culla alcuna al tuo parlare invano. E d'altra parte. Chi potrebbe. Chi saprebbe. Chi vorrebbe dare fiato alla mostruosità del fato? Nove miliardi sono fin troppo faticosi a scriversi, figurati capirli, prenderli, vederli. Non scherziamo. Sarebbe così bello dire tutto - ma la pelle, perdio, tutta la pelle... Non sono mai riuscito a scrivere un diario.